Benjamin Richter –

Queste note servono per spiegare perchè non mi sembra giusto di voler
presentare delle pitture e dei disegni sullo schermo d'un computer.

I fatti sono chiari: L'opera dell'artista è quella che è stata realizzata
da lui stesso; dunque l'originale.

La riproduzione serve se aiuta a rievocare la situazione nella quale
ci si è trovati contemplando l'opera. Però in sè, riproduzione vuol dire:
formato falso, colori non fedeli, aspetto alienato dell'opera.

Per opere che non si conosce ovviamente non serve. Fa credere che si venga
a conoscenza di qualcosa, mentre la cosa è tutt'altra. È soltanto l'opera stessa
che parla, e la si può conoscere soltanto guardando l'originale. Credere che
guardando la riproduzione di una cosa si veda la cosa stessa è sempre ed è
sempre stato uno sbaglio. Non è possibile sapere tutto in anticipo 
e aver visto tutto con il primo sguardo.

Occuparsi di opere d'arte con gusto e passione è l'unica strada per farsi l'occhio, e
questo soltanto permette a sentire e distinguere la vera qualità delle opere:
con i propri occhi,
con i propri sentimenti,
e non per sentito dire.

Non è la facoltà di saper dire qualcosa sull'arte, che ne sarebbe la prova:
"Le opere d'arte esistono per essere guardate, non perchè se ne parli..."
                                        (Goethe, Viaggio in Italia, terza parte, 29 luglio 1787)

 

Le mie idee e il mio atteggiamento non sono
così singolari come sembra  –  cfr. p.f. la seconda
parte della pagina inglese "Pictures"